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- Scadenza: 15 maggio 2024 AG - About Gender - International Journal of Gender Studies Negli ultimi anni i mondi ed i mercati del sesso europei si sono profondamente trasformati: c’è una crescente presenza di persone migranti - alcune di loro in condizione di gravissimo sfruttamento - e uno spostamento del lavoro sessuale sul web (Kempadoo et al. 2015; Sanders et al. 2018; di Ronco 2022). In molti paesi europei la criminalizzazione tanto del lavoro sessuale quanto della migrazione ha ridotto drasticamente la prostituzione di strada che si è spostata indoor per ridurre il rischio di arresti o deportazioni da parte della polizia (Abbatecola 2018; Mai et al. 2021; Di Ronco 2022), e le nuove tecnologie hanno aperto possibilità di lavoro inedite sulle piattaforme, come nel caso di OnlyFans (Sanders et al. 2018; Swords et al. 2023). Al contempo, nell’ultimo decennio il lavoro sessuale e la tratta di essere umani sono tornati al centro dell’agenda politica e della ricerca (Jahnsen, Waagenar 2018), così come del dibattito della società civile e dei movimenti sociali internazionali (Dewey et al. 2019, Garofalo Geymonat, Selmi 2019, Ward Wylie 2017). Inoltre, nonostante la persistente marginalizzazione e stigmatizzazione di chi vive di lavoro sessuale e delle loro organizzazioni, i movimenti per i diritti delle e dei sex workers sono diventati sempre più visibili e in rete fra loro, ed hanno fortemente contribuito - in collaborazione con ricercatori e ricercatrici femministe, post coloniali e queer - a costruire rappresentazioni più efficaci del lavoro sessuale e dell’impatto che le politiche sulla prostituzione - ma anche quelle sulle migrazioni, sul contrasto alla tratta, sulla gestione degli spazi urbani e degli spazi digitali - hanno sulle vite e sui diritti fondamentali delle e dei sex workers (Le Bail, Giametta 2022; Smith, Mac 2018; Garofalo Geymonat, Macioti 2016, Mai et al. 2021). Oggi, quindi, le conoscenze sul sex work sono molto più accessibili e molto più articolate, ed in particolare c’è sempre maggiore consapevolezza del fatto che i mondi del lavoro sessuale includono una vasta gamma di soggetti e di pratiche, di luoghi e di condizioni di lavoro che possono essere di sfruttamento o favorevoli, con una intera gamma di sfumature nel mezzo. Detto questo, le complessità dei mercati del sesso e le connessioni che questi hanno con il resto della società nella maggior parte dei paesi europei restano per lo più invisibili e poco studiati, e questo contribuisce a quello che si potrebbe definire ‘stigmatizzazione epistemologica’. Con questo termine intendiamo il fatto che le realtà del lavoro sessuale - tra cui lo sfruttamento, la violenza, ma anche l'emancipazione economica e l'autodeterminazione, e tutte le sfumature intermedie - vengono lette esclusivamente in relazione allo scambio di sesso per denaro in sé, trascurando le condizioni sociali, economiche e legali in cui tali scambi sono inseriti. I servizi sessuali sono spesso visti come un'eccezione che conferma sia la norma delle relazioni intime (presumibilmente) paritarie (Zelizer 2005) sia la norma delle relazioni sul mercato del lavoro (presumibilmente) non sfruttanti (O'Connell Davidson 2015). Questo tende a invisibilizzare il modo in cui il lavoro sessuale è parte di un continuum di scambi sessuo-economici (Tabet 1989, 2004) e di relazioni lavorative di sfruttamento. Così facendo, il lavoro sessuale è spesso inteso come la pietra angolare del patriarcato, del capitalismo o del colonialismo. E questo, ironicamente, coesiste spesso con la glorificazione di alcune sue forme come spazi di eccezionale libertà. Ciò riproduce a sua volta una dicotomia tra donne "per bene" (quelle che non si dedicano al lavoro sessuale e quelle che vi sono costrette) e "donne per male" (quelle che lo fanno per scelta) e rafforza i processi di stigmatizzazione secondo cui le prime meritano diritti e protezione sociale, mentre le seconde no (Pheterson 1993, 1996; Zambelli 2022). Per evitare di affidarsi a interpretazioni semplicistiche di un fenomeno complesso, è fondamentale che la ricerca sul sex work sia in grado di comprendere e rendere conto del sistema di disuguaglianze intersezionali - basate su genere, classe, nazionalità, razza, sessualità, disabilità, per citare solo alcune delle più rilevanti in un contesto europeo – in cui è inserito. Questo sistema non è specifico del mercato del sesso, ma riguarda la società in generale e da forma in modo simile ad altre forme della cosiddetta riproduzione sociale - come il lavoro domestico e di cura. È sufficiente considerare come, in Europa, il lavoro necessario alla riproduzione materiale e simbolica della vita umana sia sempre più mercificato e svolto da donne cis e trans razzializzate (Ehrenreich, Hochschild 2002; Parreñas, Boris 2010; Marchetti et al. 2021).Tenendo conto di queste complessità, questo numero monografico mira a diventare uno spazio di conoscenza trasformativa sul lavoro sessuale, in grado di sfidare le analisi semplicistiche delle industrie del sesso a favore di interpretazioni interdisciplinari e intersezionali, con lo scopo di identificare anche come migliorare i diritti fondamentali di coloro che vivono di lavoro sessuale - per scelta, per costrizione o per circostanza. Sono quindi benvenuti contributi collaborativi scritti da accademic*, attivist* e sex workers, al fine di mettere le prospettive, le esperienze e le priorità di chi lavora nei mercati del sesso al centro dei dibattiti sociologici, politici e di policy che li riguardano. Sono particolarmente (ma non esclusivamente) benvenuti contributi che esplorino i seguenti argomenti: Digitalizzazione e platforming del lavoro sessuale (inclusi i diritti digitali) Migrazione & lavoro sessuale Tratta e lavoro forzato nelle industrie del sesso Lavoro sessuale, stigma intersezionale e “stigma della puttana". Disabilità e neurodivergenza nel contesto del lavoro sessuale Gerarchie e stratificazioni tra sex workers Politiche su prostituzione, migrazione, anti-tratta, spazio urbano, spazio digitale e il loro impatto sul sexwork Sindacalizzazione, attivismo e resistenza delle e dei sex workers Professionalizzazione del lavoro sessuale Fornitura di servizi, educazione e ricerca basati sui pari e solo sui pari Lavoro sociale con sex workers; Salute e benessere di chi fa sex work Sex work e diritti all’abitare; Mobilitazioni femministe sul lavoro sessuale Teorizzazione sul sex work in relazione ad altre forme di lavoro: body work, intimate labours, riproduzione sociale Consenso e negoziazione nel lavoro sessuale Sex work e cittadinanza sessuale Sex work e diritti sessuali e riproduttivi I contributi dovranno seguire le indicazioni raccolte nelle “Linee Guida per l’autor*”: Dovranno pertanto avere tra le 5000 e le 8000 parole (bibliografia esclusa), essere redatti in una delle tre seguenti lingue (italiano, inglese, spagnolo) ed essere accompagnati da: titolo in inglese, breve abstract in inglese (lunghezza massima: 150 parole), alcune parole chiave sempre in inglese (da un minimo di 3 ad un massimo di 5). Tutti i testi dovranno essere poi trasmessi in formato compatibile con Word (.doc o .rtf), seguendo le indicazioni previste dal Processo di Peer Review. Si vedano a questo proposito le linee guida della Rivista: https://riviste.unige.it/index.php/aboutgender/aboutLa scadenza per l’invio delle proposte attraverso il sito della rivista è il 15 maggio 2024. Il calendario previsto per la pubblicazione è il seguente: 15 maggio 2024: Submission degli articoli 30 luglio 2024: Ricezione delle peer review anonime 30 settembre 2024: Invio definitivo degli articoli dopo le revisioni 30 novembre 2024: Pubblicazione Non esitate a contattare le curatrici per ulteriori informazioni: giulia.garofalo@unive.it, giulia.selmi@unipr.it, pg.macioti@gmail.com
- Scadenza: 30 maggio 2024 Revue Genre Éducation Formation n°9 Dossier coordonné par Francine Nyambek-Mebenga (UPEC) et Fabrice Dhume (UCLouvain) En tant qu’instrument d’analyse (Bilge et Collins 2023), l’intersectionnalité vise à appréhender « la complexité des identités et des inégalités sociales par une approche intégrée » (Bilge 2009 : 71). Les concepts relatifs à ce « paradigme » (Hancock 2007) sont pluriels, et il n’y a pas de consensus dans le champ scientifique sur la manière adéquate de saisir et qualifier l’articulation des rapports sociaux. Il y a cependant un accord de plus en plus large sur l’enjeu général de prendre en considération l’imbrication des multiples facettes des statuts sociaux et des identités dans les systèmes de domination de classe, de race, de genre, d'âge, entre autres, afin d’en saisir les effets dans les expériences des individus ou groupes sociaux en les replaçant dans leurs contextes. Longtemps circonscrit aux milieux militants, à certaines disciplines et domaines de la recherche en sciences sociales (le travail, la santé, etc.), l’usage de cette approche s’étend progressivement dans le champ de l’éducation et la formation, où la perspective d’une école plus juste et inclusive incite à sa prise en compte. De plus en plus de recherches investissent le concept d’intersectionnalité ou des équivalents pour « en finir avec la concurrence des rapports sociaux » (Dhume 2019), et en particulier pour ramener dans le champ de l’analyse des inégalités scolaires les problématiques de genre et de race. Qu’ils mobilisent explicitement ou non le concept d’intersectionnalité, les travaux attentifs à une approche complexe et articulée des rapports sociaux décrivent comment ces systèmes de domination se croisent, se soutiennent ou se renforcent mutuellement pour façonner des conditions d’études et des destins scolaires spécifiques pour les publics (élèves, familles) exposés à la minoration sociale (descendant.es d’immigré.es, Rrom, musulmans ou juifs, allophones, minorités sexuelles et de genre, situation de handicap, etc.). Les recherches indiquent que cette combinatoire travaille potentiellement dans toutes les dimensions du système scolaire, et ses différentes échelles d’organisation. Ces processus sont repérés au niveau des représentations et des pratiques qui organisent les interactions quotidiennes dans l’école (Payet 1995 ; Magar-Braeuner 2017 ; Foy 2023), les pratiques différenciées d’orientation (Dhume et al. 2011 ; André, Alarcon-Henriquez et Groenez 2018), la mise en œuvre de politiques éducatives sur la laïcité (Orange 2019 ; Le Meur 2019) ou sur l’égalité filles-garçons (Massei 2022), les relations écoles-familles (Riban 2021) ou encore les sociabilités juvéniles (Perszyk et al., 2019 ; Lignier et Pagis 2017)… Elles mettent également en évidence la manière dont divers systèmes de domination contribuent à structurer les cadres, les normes et les rapports de travail, ainsi que les carrières des agents scolaires (Soumahoro 2020 ; Dhume 2021). Ce faisant, ces travaux s’attachent à comprendre la manière dont divers systèmes de normes (de race, sexe, classe, validité, sexualité, langue, etc.) s’articulent à, ou s’incrustent dans les normes scolaires (dans les attentes, les implicites, les jugements, les routines d’action, etc.). Pour autant, si ces travaux participent à la mise en perspective d’un ordre socio-scolaire et éducatif hiérarchisé de manière pluri-dimensionnelle, et s’ils éclairent l’enjeu de prendre en considération les dynamiques de racialisation, le fonctionnement empirique intersectionnel des systèmes de normes reste peu examiné, ou il est inégalement exploré au sein des institutions scolaires et éducatives (au regard des terrains et des catégories mises au travail). En particulier dans le contexte français, où le concept suscite de vives critiques (Belkacem, Gallot et Mosconi 2019 ; Lépinard et Mazouz 2021), l’intersectionnalité reste parfois un mot d’ordre théorique, trop peu investi comme outillage concret. A contrario, bien qu’ils explorent et procèdent au croisement de plusieurs catégories pour interroger les inégalités de réussite ou de traitements des élèves, de nombreux travaux ne se réclament pas du paradigme intersectionnel, ou n’en reprennent pas les outillages théoriques. Il en est ainsi de certaines enquêtes statistiques sur les trajectoires scolaires des descendant.es d’immigré.es, qui montrent des différentiels de réussite et de trajectoires scolaires et universitaires intra et inter-catégoriels très marqués selon les origines migratoires et le sexe (Ichou 2018 ; Chauvel, Nyambek-Mebenga et Primon 2023). Il en est de même de travaux sur la violence à l’école (Debarbieux 1996), ou encore sur les lycées professionnels ou le domaine de l’apprentissage, qui sont caractérisés par une composition des filières tout à la fois en termes de classe, de sexe et de race (Palheta 2012 ; Jarty et Kergoat 2016). Or, la méthodologie mise en œuvre pour saisir les rapports sociaux soulève d’importants enjeux, par exemple en matière de catégorisation (Dunezat 2015). Le dossier vise donc à réfléchir et à explorer les tentatives d’opérationnalisation de l’approche intersectionnelle par et dans les recherches en éducation. En privilégiant les travaux qui mobilisent de façon à la fois explicite et pratique une approche intersectionnelle pour saisir les rapports sociaux dans le champ de l’éducation et de la formation, il s’agira d’en montrer la dimension heuristique. Mais dans le même temps, il s’agira de rendre explicite les difficultés que cela soulève et les choix de recherche effectués pour opérationnaliser ce cadre théorique. Le dossier souhaite ainsi aller au-delà du débat sur ses diverses appellations, ou de la controverse académique, déjà fortement investie et étayée (voir à ce sujet la revue Travail Genre et Sociétés 2019, n°41), pour saisir les différents cadrages épistémologiques, théoriques et méthodologiques auxquels sa mise en œuvre pratique donne lieu dans les travaux de recherche. Prolongeant les objectifs du colloque « Penser l’intersectionnalité dans les recherches en éducation », organisé en mai 2017 par l’École supérieure du professorat et de l’éducation de Créteil, ainsi que les journées « Intersectionnalité et éducation » au colloque de l’ACFAS à Montréal en mai 2023, il s’agit ici de mettre en saillance les perspectives ouvertes par une approche intersectionnelle. Deux types de contributions sont attendues : Axe 1 : En premier lieu, les propositions de contributions pourront prendre la forme d’articles méthodologiques, visant à donner à voir la politique du terrain mise en oeuvre (Olivier de Sardan 2008) pour saisir l’intersectionnalité. Il s’agira d’explorer de façon réflexive et critique les enjeux et défis liés à l’opérationnalisation de l’approche intersectionnelle en éducation, à partir d’exemples empiriques de recherches : conceptualisation et traduction méthodique, apports, limites et difficultés, place des rapports sociaux dans les relations de recherche (Ait Ben Lmadani et Moujoud 2012) et stratégies mises en œuvre pour les mettre au travail, etc. Axe 2 : En second lieu sont sollicitées des propositions de contributions fondées sur des investigations de terrain ancrées dans une pluralité d’expériences scolaires socialement situées. Il s’agira de rendre compte en quoi et comment divers rapports de domination opèrent simultanément dans la situation ou le registre d’action étudié, les manières dont ils s’articulent entre eux et avec les normes scolaires, et ce faisant la façon dont ils affectent et/ou fabriquent concrètement des dynamiques situationnelles et/ou des conditions d’étude et de travail à l’école, et au-delà, des destins ou trajectoires différenciés ou marquées. Le dossier est ouvert à l’exploration intersectionnelle de l’ensemble des rapports sociaux à l’œuvre à l’école et dans la formation (classe, race, âge, validité), mais les propositions doivent cependant impérativement prendre en considération le genre, qui constitue l’objet premier de la revue, et également faire une place de choix au prisme de la race (Brun et Cosquer 2022) – incluant les différents marqueurs d’altérisation/minorisation (couleur de peau, religion, la langue, etc.). En effet, d’une part ce dernier rapport social est encore insuffisamment étudié, et il est souvent éludé dans les recherches en éducation et formation, d’autre part, il est parfois traité sans considération pour son articulation concrète avec le genre, la classe, etc. Le dossier accueillera ainsi des contributions portant sur la combinatoire concrète des rapports sociaux et visant à documenter empiriquement la situation à l’école et dans la formation : que ce soit dans les textes et discours institutionnels, la gestion et l’organisation de l’ordre scolaire, les pratiques enseignantes ou formatrices, les contenus et supports pédagogiques, les sociabilités juvéniles, les relations entre école et familles, les rapports de travail, ou encore les représentations sociales de l’école. Les contributeurices sont invitées à situer leur positionnement (Harding, 1991) et les choix méthodologiques qu’iels ont opéré pour leur recherche, afin de contextualiser les analyses proposées et aussi de mettre en lumière de façon réflexive et critique la manière dont sa propre positionnalité sociale dans la recherche se loge et joue dans les processus de production des savoirs (Blassel et al. 2022). Modalités de proposition et calendrier Les propositions d’articles, d’environ 5000 signes espaces et notes comprises, comprennent un titre, une présentation de l’article, les objets et les méthodes, ainsi que les nom, prénom, statut, rattachement institutionnel et email de l’auteur ou autrice. Elles doivent être envoyées pour le 30 mai 2024 conjointement à Francine Nyambek-Mebenga (francine.nyambek-mebenga@u-pec.fr) et Fabrice Dhume (fabrice.dhume@uclouvain.be), ainsi qu’au comité de rédaction de la revue GEF (revuegef@unige.ch). Les auteurs et autrices seront avisé·es par mail des propositions retenues avant le 30 juin 2024. Pour les propositions retenues, les articles, nécessairement inédits, devront être envoyés au plus tard le 30 septembre 2024. Les consignes éditoriales et instructions typographiques pour la rédaction des articles sont disponibles en ligne (cf. lien ci-dessous). Suivant la politique éditoriale de la revue, chaque article fera l’objet d’une double évaluation anonyme. L’acceptation de la proposition ne signifie donc pas acceptation automatique de l’article. Les articles rédigés seront soit acceptés en l’état, soit acceptés sous réserve de modifications mineures, soit acceptés sous réserve de modifications majeures, soit refusés. Les articles finalement retenus seront publiés dans le numéro 9 à paraître en 2025.
- Scadenza: 30 maggio 2024 Journée d’étude le 27 novembre 2024 à Aubervilliers (Campus Condorcet) Cette journée d’étude a pour objectif de rassembler des communications qui interrogent des dynamiques socio-spatiales d’écritures, inscriptions et interventions graphiques sensibles aux enjeux féministes, que l’on qualifiera de graphies féministes. Axe 1: (Re)mettre la scène d’écriture au centre Axe 2: Graphies féministes dans l’espace urbain : Quelle(s) existence(s)? Propositions de communication En conclusion, cette journée d’étude traitera des graphies exposées dans une perspective de genre, en valorisant le croisement de différents champs disciplinaires (géographie, urbanisme, littérature, sociologie, histoire, design graphique, etc.). Les communications pourront être issues d’approches méthodologiques diverses (qualitatives, quantitatives, cartographiques, etc.) dont l’originalité et l’imbrication seront appréciées. Les contributeur∙rices sont invité∙es à transmettre jusqu’au 30 mai un résumé de leur communication qui intégrera un titre, la problématique ainsi qu’une bibliographie (max. 500 mots). Une courte biographie de l’auteur·rice suivra le résumé. Les propositions de communication sont à envoyer aux membres du comité d’organisation aux adresses suivantes: alexandra.mallah@parisgeo.cnrs.fr et morgane.rudaz@unige.ch. Quelques informations clés: Appel à communication: 30 mai 2024 Date de la journée d’étude: 27 novembre 2024 Lieu: Campus Condorcet, Aubervilliers
- Scadenza: 31 maggio 2024 Cahiers de l'AEHMO 2025 Ici un appel à communication pour le Cahier 2025 de l’Association pour l’étude de l’histoire du monde ouvrier, « Dans les usines, les ateliers et les ménages ». Ce cahier 41 s’articulera autour du travail productif et reproductif des femmes ouvrières, cherchant, à partir des différents lieux de la contestation (lieux de travail, foyer, syndicats, organisations politiques, organisations féministes...) les signes d’un intérêt ou d’une sensibilité́ à ces aspects. « Féminisme ouvrier », féminisme « tendance lutte des classes », « féminisme prolétarien »... autant de façons de désigner l’appropriation des idées féministes par les femmes du mouvement ouvrier, et surtout l’imbrication des luttes de libération contre le capitalisme et le patriarcat. Dans ce cadre, la grève féministe (arrêt du travail productif et reproductif) semble être l’action par excellence. Inspiré par les grèves en Suisse, événements marquants de 1991 à 2019 au moins, notre projet est aussi une invitation à se pencher sur leur histoire et à remonter aux grèves du début du XXe siècle dans les secteurs d’emploi féminisés. Les objets et sources traitées doivent avoir un lien avec l’histoire locale Suisse romande. Les propositions de contributions (titre et résumé de 1000 signes, références bibliographiques non comprises) sont à envoyer au plus tard le 31 mai 2024 à : geraldinebeck@riseup.net ; boss.cecile@gmail.com ; info@aehmo.org.
- Scadenza: 03 giugno 2024 Gérontologie et société n° 177, vol. 47 Coordonné par Ingrid VOLÉRY - Professeure de sociologie, Université de Lorraine, 2L2S-Nancy Virginie VINEL - Professeure de sociologie et d'anthropologie, Université de Franche Comté, LASA-UBFC Les travaux conduits sur le genre et sur le vieillissement se sont croisés dès les années 1970-80 en Europe et en Amérique du Nord. Ils ont dévoilé les représentations négatives à l’égard des femmes, ainsi que le biais androcentré sur le vieillissement des femmes, perçu à l’aune de catégories masculines (Calasanti, 2005 ; Quéniart & Charpentier, 2011 ; McIrvin Abu-Laban, 1984 ; Sontag, 1978 ; Trincaz et al., 2008). De nombreuses recherches ont, par ailleurs, documenté la production de santé et de soin à l’égard des personnes aînées qui reste majoritairement assurée par des femmes (Cresson, 2001 ; Membrado, 1999 ; Saillant, 1992). D’autres ont pointé la médicalisation asymétrique des corps des hommes et des femmes (Lock, 1993 ; Martin, 1992), mais aussi, la reproduction des inégalités femmes/hommes, qu’elles touchent aux conditions de vie ou à la santé. Ces travaux ont enfin mis en exergue les expériences plurielles que les femmes pouvaient avoir de l’avancée en âge et, dans le même temps, d’autres seuils ou tournants biographiques invisibilisées (fin de carrière professionnelle, départ des enfants, bilan de sa vie, veuvage, grand-parenté, etc.) (Burnay & Vendramin, 2017 ; Charpentier et al., 2014). Ces diverses dimensions, déjà documentées1, continuent à trouver place dans le périmètre du présent appel à articles qui invite aussi notamment à élargir l’analyse sur le genre à l’aune du mouvement LGBTQI+. Le genre est compris ici comme un rapport social, relatif tant aux conditions matérielles qu’idéelles, qui catégorise et hiérarchise les humains en deux catégories sociales naturalisées. Ces catégories sans cesse actualisées au niveau macro, méso et micro-social, informent toutes les sphères du social (politiques, institutionnelles, spatiales, professionnelles, familiales,…) et les subjectivités (manières de se vivre, de s’identifier…). Il est ici envisagé en articulation avec l’âge (Diasio, 2012 ; Rennes, 2009 ; Thorne, 2004 ; Voléry & Legrand, 2013), système de classement prenant également appui sur un argument biologique et qui façonne tant les places sociales que les subjectivités des personnes dites âgées. La diffusion du concept de genre dans le domaine des études du vieillissement a induit deux transformations que les contributions sont invitées à prendre pour objet : une attention portée aux dimensions culturelles (modèles de masculinité/féminité), en sus des considérations matérielles relatives à l’invisibilisation du travail des femmes et aux effets de cette invisibilisation durant la vieillesse, mais aussi, l’intégration des hommes et des personnes non binaires dans l’analyse. Déployer une perspective de genre sur la vieillesse, ce n’est pas seulement spécifier les vieillissements des femmes (comparativement aux hommes représentant la référence), c’est aussi considérer que les parcours de vie et les vieillesses des hommes et des non-binaires sont également soumis à des normes de genre qu’il convient d’étudier parallèlement. À l’heure où la vision binaire du sexe est remise en cause tant au niveau de la société civile que par les sciences et où les catégorisations du vieillissement commencent, elles-aussi, à être questionnées, il nous a semblé important de solliciter des contributions qui retravaillent le croisement du genre et du vieillissement à l’aune de recherches ou d’expériences récentes. Cet appel à articles entend donc encourager des recherches empiriques ou des réflexions issues de pratiques professionnelles ou associatives interrogeant le vieillissement dans une perspective de genre, caractérisée par : une mise en question de l’argument de la nature ou de la biologie dans la compréhension des processus de vieillissement des hommes et des femmes, des personnes en transidentité ou ne se définissant pas de manière binaire ; une attention portée aux forces économiques, institutionnelles et culturelles qui modèlent les parcours de vie et les modalités de vieillissement, ainsi qu’à leurs résonances subjectives ; une prise en compte des normes d’âge et de genre encadrant les expériences des hommes et femmes âgés – déclinaisons spécifiques des normes de bien-vieillir, transformation des modèles de masculinité/féminité à mesure de l’avancée en âge, changement des rapports que les individus entretiennent avec ces modèles socio-culturels. Pour structurer les contributions, plusieurs axes – non exhaustifs – sont proposés et sont ouverts à l’ensemble des disciplines contribuant aux études du/sur le vieillissement – en sciences humaines et sociales comme en médecine et en santé publique. Le genre des politiques publiques et des mondes professionnels de la gérontologie Les vies en solo, en couple, en duos de « vieux » et les autres : genre et modalités/modes de vie Le genre des relations de parenté et des collectifs lors du vieillissement La vieillesse : période biographique de mise à distance ou de recomposition des modèles de masculinité/féminité et autres identifications de genre ? Le genre des lectures médicales et des pratiques de santé lors du vieillissement Rappel général – Soumission en français et en anglais Les propositions attendues pourront provenir de toute discipline et de toute approche théorique. Les contributions étrangères ou dans une logique comparatiste sont les bienvenues. Les débats, controverses, ainsi que des contributions visant à rendre compte d’expérimentations réalisées et/ou à venir sont également attendus et pourront alimenter les rubriques « Perspectives et retours d’expériences » de la revue et quelques « Libre propos ». Les contributions peuvent être soumises en français ou en anglais. Seuls les articles en français seront inclus dans la revue papier. Les articles en anglais figureront dans le sommaire et leurs résumés seront intégrés dans la version papier ; ils seront en accès en version électronique sur Cairn. La revue est également accessible sur le site Cairn International. Les auteurs anglophones seront invités à faire traduire en français leur article s’ils souhaitent leur publication dans la revue papier. Calendrier et procédure de soumission Les propositions d’article complet, en français ou en anglais (40 000 signes, espaces compris) accompagnées d’un titre et d’un résumé (250 mots maximum) sont attendues pour le 3 juin 2024. Le comité de rédaction informe les auteurs de l’acceptation ou du refus de la proposition pour entrer dans le processus éditorial dans l’une des trois rubriques de la revue (« Articles originaux », « Perspectives et retours d’expériences », « Libres propos »). Les soumissions dans les rubriques « Articles originaux » et « Perspectives et retours d’expériences » sont ensuite expertisés en double aveugle par des relecteurs externes ; les articles proposés en « Libre propos » sont évalués par le comité de rédaction. Les soumissions d’articles doivent impérativement s’inscrire dans l’une des trois rubriques de la revue et mentionner ce choix en première page. Pour plus d’informations sur les rubriques, le processus éditorial et les grilles d’évaluation, merci de se référer au site de la revue. Les soumissions sont à envoyer au plus tard le 3 juin 2024 à : Cnavgerontologieetsociete@cnav.fr
- Scadenza: 03 giugno 2024 Revue Recherches en Communication Dossier coordonné par Lucie Raymond, Gaëlle Rony, Michaël Bourgatte et Bérénice Mariau (Institut Catholique de Paris, France) avec l'appui de Sophie Del Fa (Université catholique de Louvain) Ce dossier porte sur l’exploration de violences systémiques qui nous échappent et qu’il s’agit d’identifier, de qualifier et de dénoncer. Il cherche à ouvrir le questionnement autour de l’articulation entre violences et médias en portant attention à des violences implicites que l’on peine parfois à qualifier. Des violences produites en contexte médiatique par des images, des mots, des formes d’interactions marquées par l’ignorance ou une volonté de stigmatisation. Pour nommer ces violences, nous choisissons de parler de «violences systémiques», une expression qui permet de pointer un ensemble d’interactions violentes qui se situe aux niveaux individuel, organisationnel ou encore institutionnel et qui produit, prolonge ou reconduit des formes de domination, d’exclusion et de stigmatisation. Modalités de soumission Merci d'adresser votre proposition d'article (sous forme de résumé de maximum 5000 signes, tout compris) par courriel à l.raymond@icp.fr avant le 3 juin 2024. Les résumés comporteront un titre, 5 références bibliographiques ainsi que les noms, adresse(s) électronique(s) et statut(s) de leur(s) auteur(s). Les résumés seront évalués par les directeurs du numéro, notamment concernant la pertinence par rapport au sujet du numéro. La réponse sera donnée au plus tard le 24 juin 2024. Les auteurs dont le résumé a été accepté sont invités à soumettre la version complète de l'article (maximum 40 000 signes) sur le site de la revue, au plus tard le 16 septembre 2024. Les articles seront vérifiés par l'auteur pour garantir l'anonymat (voir rubrique « identification des auteurs dans le manuscrit » des consignes aux auteurs de la revue) et soumis à l'évaluation en « double-aveugle » par le comité de lecture de la revue. La réponse sera donnée au plus tard le 25 novembre 2024. La publication finale des articles révisés se fera au plus tard en 24 mars 2025. Les trois premiers articles soumis et acceptés pour publication dans ce dossier sont publiés sur le site. Les autres articles sont ensuite publiés un à un sans attendre que l'ensemble du dossier soit prêt à être publié. Consignes de rédaction de l'article dans sa version finale : 40 000 signes maximum par article (espaces et références comprises, résumé et mots-clés non compris), si possible agrémenté d'illustrations (libres de droit). Les modalités de présentation complètes sont disponibles sur le site. Calendrier (récapitulatif) : 3 juin 2024: envoi du résumé de l'article (max. 5000 signes). 24 juin 2024: réponse sur l'acceptabilité du résumé. 16 septembre 2024: remise de la version complète de l'article sur le site de la revue. 25 novembre 2024: notification de la réponse du comité de lecture. 24 mars 2025: Démarrage de la publication des articles sur le site de la revue. Contact l.raymond@icp.fr
- Scadenza: 15 giugno 2024 CALL FOR CHAPTERS Editors: Dr Piero Toto (London Metropolitan University - UK) Dr Mirco Costacurta (Università di Verona - Italy) This edited volume aims to explore the multifaceted dimensions of sexuality and its expressions through a range of social contexts. Its purpose is to investigate language(s) and bodies as vessels for research as postulated by carnal sociology (Wacquant, 2005) by exploring the intricate relationship between language, sexuality and the mediatisation of the latter (De Ridder, 2017) and by focusing on how these elements intertwine to shape our understanding of sexual narratives, sexual health, sex work, and sexual identities. In the context of Translation Studies, ethnographic approaches have also gained prominence as researchers delve into the practices, processes, and interactions of translation agents (Marin-Lacarta & Yu, 2023). Although language can be seen as `a key resource through which human beings talk and write about, and hence understand, the world' (Milani, 2016), it should also be understood as `a primary means by which the body enters the sociocultural realm as a sight of symbiosis' (Bucholtz and Hall, 2016), which implies that its application to expressing and understanding sexuality encompasses several realms through which humans try to convey the complexities of their lived experiences. Previous research on sexualities, language and desire has focused predominantly on foregrounding performances of masculinities/femininities by analysing linguistic varieties spoken by sexual minorities (Leap, 1996; Levon, 2010; Baker, 2014), whereas contemporary research around sexuality has diversified its topics and methodologies (Gagnon & Simon, 1973; Frost et al., 2014; DeLamater & Plante, 2015). Nevertheless, significant gaps persist in our understanding of sexual worlds and desires, for example when communication extends to sexual health and wellbeing (Lindlof & Taylor, 2002). This web of interdependences has been recently investigated in novel approaches to translation, for example, where a sociosemiotic lens has been applied to multimodal expressions of meanings (Adami, 2023), thus further enriching this discipline by way of stratifying communication alongside traditional translation methods (Nord, 1997; Malmkjær, 2005; Baer, 2020). This layered approach is similar to current explorations into ethnographic studies (Irvine, 2014) which may arguably introduce ethical and moral complexities when delving into matters of sexuality. We are therefore interested in exploring how sexuality and desire manifest, along with their potential biases and resulting knowledge gaps, through practical methods and lived-experience testimonies from diverse backgrounds, such as: the translation of sexual terms across several loci of expression (e.g. audiovisual translation, literature, digital sexual health); sex work (in queer/non-queer media); discriminatory uses of language and censorship; ethnographic experiences concerning sex, gender and intimacy. The questions raised in this volume are, amongst others: What are contemporary forms of gatekeeping in translation practices/tools when dealing with sexual content? How are sexually non-normative identities (e.g. non-binary people, sex workers) of scholars and researchers negotiated in academia? How does censorship in media communication (including in translation) affect the representation of sexualities? How is sexuality presented in ethnographic studies? What are the most widely used and most widely neglected ethnographic methods when studying bodies and Others? The intended readership of this edited volume is expected to be professionals and researchers in the fields of Translation/Literary Studies and Ethnography. The editors intend to use this volume to encourage researchers and practitioners to address the need for wider ‘embodied approaches’ in sexuality studies and their associated ramifications, and to share their experiences and practices in this interdisciplinary field. Scholars are encouraged to propose chapters on aspects and themes such as: Translation (including queer translation, localization, audiovisual translation, literary translation, medical and technical translation, machine translation and AI-powered translation) Gender and LGBTQ+ Studies Gender in Translation Ethnography Social Psychology Sociology Anthropology Spaces/Performances connected to sexual expressions Scholarly Research and Sex Work Deadline for Abstracts · 15 June 2024 Indicative Subsequent Timeline notification of acceptance of abstracts: 1 month after deadline for abstracts deadline for fully written chapters: 7 months from notification of acceptance notification of acceptance of chapters: 2 months after deadline for full chapters expected publication date: 6 months from acceptance of chapters (to be confirmed) Please send abstracts of 300-500 words in English to p.toto@londonmet.ac.uk and mirco.costacurta@univr.it in Word or PDF format, by the deadline indicated above. Abstracts should include: Name(s) of author(s) Author affiliation(s) – university or institution, e-mail, phone number Title Abstract (300-500 words) A short bibliography, if applicable (max 300 characters) The proposed book project is under consideration with Palgrave Macmillan. Contact information Any enquiries to do with this publication can be addressed to the editors: p.toto@londonmet.ac.uk mirco.costacurta@univr.it
- Scadenza: 23 giugno 2024 Political Movements – Epistemology – Institutionalisation The category of gender is subject to research both as an integral part of the natural and engineering sciences and as interwoven with these disciplines in international contexts. However, such approaches are barely established in German-speaking academia. In 2023, the German Science and Humanities Council (Wissenschaftsrat) proposed the further development of gender research in the natural and engineering sciences in Germany. Despite this lack of institutionalisation several “spaces of opportunity” (e.g. congresses, research groups and temporary professorships) have been created since the 1970s, examining how the production of scientific knowledge and technical artefacts is linked to the creation of gender. Noteworthy among further initiatives are the Congresses by Women in the Natural Sciences and Engineering since 1977 as well as research funding that has been provided by the federal states of Bremen, Lower Saxony, Hamburg and Berlin since the 1980s. This special issue will focus on the traces and perspectives of gender research in the natural and engineering sciences. It intends to cover e.g. the history of the “women in science and technology” movement, feminist epistemologies, cutting-edge research as well as forms of institutionalisation. The aim is to combine historical analyses with research perspectives in the future and to focus on theoretically and methodologically grounded inter- and transdisciplinary research on current societal challenges. This special issue encourages researchers to engage with scientific and technological knowledge and its socio-historical shaping, epistemological foundations, production methods and cultural effects in order to contribute to the mapping of gender research in the natural and engineering sciences. Possible questions/research topics in detail: Historiographies of gender research in the natural and engineering sciences in German-speaking countries Case studies that analyse the connections between knowledge, technology and gender from historical, social science or humanities perspectives Theoretical, methodological and political-ethical approaches that analyse knowledge, data and technologies from the perspective of discrimination Recent developments in gender research in the natural and engineering sciences, speculative methods, neo-materialist feminisms and postcolonial and decolonial approaches Inter- and transdisciplinary crossings of the field through art and activism Procedure and timetable Please submit a one- to two-page abstract by 23 June 2024. Non-German speakers are welcome to submit their articles in English. Please send your proposal as well as your manuscript as Word file to: manuskripte@gender-zeitschrift.de (subject: Special issue „Natural and Engineering Sciences”). Once your abstract has been assessed and judged suitable for this issue, you will receive an invitation to submit. Notifications of acceptance will be sent by 8 July 2024. The deadline for submission of the final manuscript is 5 January 2025. Manuscripts must not exceed 50,000 characters (including space characters). A style sheet for authors is available at www.gender-zeitschrift.de/en/manuscripts. All submissions will be reviewed in our double-blind peer review process based on which the final selection of contributions to be published will be made. The editors may give instructions to revise the contribution, which is the rule rather than the exception. In case of a high number of positively peer-reviewed contributions, the Editorial Department reserves the right to make a final selection of articles and to publish some contributions in a later issue. About GENDER. Journal for Gender, Culture and Society GENDER.Journal for Gender, Culture and Society was founded in 2009 as a journal on women and gender studies. The journal aims to cover a wide range of topics and academic disciplines in which gender issues are reflected. Given the journal’s multi-disciplinary setting, we welcome analyses from, for instance, sociology, educational science, political science, cultural science and history which correspond to the interdisciplinary nature of gender studies. GENDER is published in three issues a year. Contributions to the free section are always welcome, irrespective of the focus of the special issue. Do you have any questions? For further topic-related information please contact the editors of the special issue: Dr. Corinna Bath (corinna.bath@uni-due.de), Prof. Dr. Petra Lucht (petra.lucht@tu-berlin.de), and Dr. Bärbel Mauß (baer-bel.mauss@tu-berlin.de). For questions on formal issues and work flow please contact the editorial team of GENDER (redaktion@gender-zeitschrift.de). Please note: Manuscript submissions only via manuskripte@gender-zeitschrift.de
- Scadenza: 30 giugno 2024 We are pleased to announce the first SGHN conference organized in association with the Swiss Pain Society (SPS): Sex and Gender disparities in pain, which will take place from November 14th to 15th, 2024, in Aarau. As part of this congress, we invite you to share the latest knowledge on sex and gender (S&G) in pain, in the presence of national and international experts from various disciplines. Together, we aim to reflect on the influence of S&G on pain and explore ways to integrate S&G dimensions in practice, research and teaching to improve patient care. We invite you to submit abstracts for a poster presentation on Thursday and Friday, November 14-15. Deadline for abstract submission is June 30, 2024.
- Scadenza: 01 luglio 2024 Nouvelles Questions Féministes 45/1, 2026 Coordination : Eva Nada, Lucie Delias et Sigolène Couchot-Schiex Les affaires nombreuses et récurrentes de femmes engagées, victimes de cyberharcèlement, témoignent de l’ampleur du sexisme subi en ligne par les femmes et les minorités de genre : en 2017, la journaliste Nadia Daam a dû quitter Twitter en raison d’une campagne de cyberharcèlement dont elle a été victime suite à une chronique sur Europe 1 où elle dénonçait le comportement sexiste et violent des utilisateurs d’un forum du site jeuxvideo.com ; en 2021, les créatrices de plusieurs comptes Instagram féministes d’éducation à la sexualité ont décidé de désinvestir la plateforme, face aux propos haineux qu’elles recevaient mais également à la censure régulière de leurs contenus par le système de modération de Meta. Ces exemples montrent d’abord comment la numérisation croissante de nos sociétés constitue un environnement hostile pour les femmes en reproduisant et amplifiant les violences à leur encontre. Ils mettent aussi en lumières la façon dont les mécanismes de discriminations « classiques » rejaillissent dans l’espace numérique : priver les journalistes et militantes d’espaces où s’exprimer, et ainsi réduire leur capacité à exercer leur métier et être rémunérée. Si ces cas concernent des professionnelles ayant une forte visibilité publique, les transformations du travail à l’heure de l’omniprésence des données, des algorithmes et de l’intelligence artificielle sont multiples et interpellent la recherche féministe. Les recherches sur les métiers liés au développement du numérique, réunies autour du concept de Digital Labor, permettent d’explorer les nouvelles formes de « travail du clic ». D’abord à propos du travail productif : le développement des plateformes de l’« économie de partage » (notamment les services de livraison ou de VTC) et des algorithmes qui sous-tendent les outils en ligne est basé sur l’exploitation de travailleuses et de travailleurs effectuant des micro-tâches dans un contexte précaire. Ces emplois sont majoritairement occupés par des femmes ou des personnes minorisées, ce qui pose la question du renouvellement de la division sociale du travail, qu’elle soit genrée, racialisée ou géographique dans une économie capitaliste mondialisée. Le Digital Labor englobe également les activités effectuées par les internautes ordinaires, qui, par leur simple utilisation des services en ligne et souvent sans en avoir conscience, fournissent des données qui sont la « matière première » de la création de richesse par les GAFAM. Les critiques de ce travail déguisé et constant, qui brouille la frontière entre vie privée et vie professionnelle et exploite les affects et la subjectivité des sujets, n’est pas sans rappeler celles du travail domestique effectué par les femmes, non reconnu comme tel et pourtant essentiel à la reproduction capitaliste de la société. Au-delà du périmètre du Digital Labor, les études genre et les approches féministes auraient tout intérêt à se saisir de ce que la numérisation et la « datafication » font au travail des femmes au sens large et explorer la place des femmes dans ce système. Quelles sont les nouvelles formes de travail émotionnel effectué par les femmes en ligne ? Comment les métiers féminisés, notamment ceux qui relèvent du care, sont-ils soumis à de nouvelles formes de rationalisation ou de surveillance ? En quoi l’utilisation d’algorithmes dans les processus de recrutement, ou encore les représentations stéréotypées des compétences féminines dans les contenus produits par les outils d’IA générative, renforcent-ils les discriminations sur le marché de l’emploi ? Quelles sont les conséquences de la sous-représentation des femmes et des minorités de genre et raciales aux postes de conception ou de décision au sein des grandes entreprises du web, mais aussi dans les formations aux métiers du numérique ? Les propositions de contributions peuvent s’inscrire dans l’un des axes suivants, ou proposer d’autres perspectives en lien avec le thème de l’appel. 1er axe : Approches féministes du Digital Labor 2ème axe : Perspectives intersectionnelles et transnationales sur les transformations numériques du travail 3ème axe : Résistances et émancipations des travailleuses et travailleurs dans une société numérisée Cet appel cherche à recueillir des articles des diverses disciplines de sciences humaines et sociales, éclairant un ou plusieurs des axes proposés et portant sur un ou divers contextes nationaux. Les propositions d’articles de deux pages (hors bibliographie) sont attendues pour le 1er juillet 2024 en format word, interligne simple, caractère 12, envoyées par mail à eva.nada@protonmail.com et lucie.delias@gmail.com. Elles doivent contenir le nom et le prénom des autrices ainsi que leur discipline et éventuellement leur institution de rattachement. Elles peuvent inclure une bibliographie. Les coordinatrices opèrent une première sélection parmi ces résumés. Si la proposition est acceptée, la 1ère version de l’article (45 000 signes, espaces et bibliographie comprise) est transmise au groupe de coordination le 1er février 2025 au plus tard. L’article anonymisé est transmis à deux rapportrices pour évaluation en double aveugle. Il peut être accepté en l’état, accepté sous réserve de modifications mineures ou majeures ou refusé. En cas d’acceptation pour publication, la version retravaillée doit parvenir le 1er juillet 2025. Le numéro sortira au printemps 2026. Les articles publiés paraissent dans la rubrique Grand angle du numéro.
- Scadenza: 01 luglio 2024 Journée d’étude, vendredi 29 novembre 2024, Université Paris 8 Vincennes–Saint-Denis / Fabrique du littéraire (FabLitt) À l’intersection de la littérature, de la médecine et du genre viennent prendre place les discours et imaginaires qui entourent l’expérience sexuée/genrée que constitue la grossesse. L’étude des interactions entre littérature et médecine d’un côté bénéficie depuis une décennie du chassé-croisé entre sciences sociales et outils narratifs (Polkinghorne, 1988 ; Czarniawska, 2004 ; Kreiswirth, 2005) ; d’un autre côté, les études sur le genre (gender studies), héritières des théories et mouvements féministes, mais également dépositaires d’une tradition biomédicale et psychologique (Oakley, 1991 [1972] ; Fausto-Sterling, 2012 [2000]) interrogent la répartition sexuée des rôles dans les sociétés humaines ainsi que les rapports de pouvoir qui s’y jouent (Godelier, 2005 ; Bereni et alii, 2012 ; Schmitt-Pantel, 2021). Pour autant, l’approche genrée est encore peu mobilisée dans les humanités médicales francophones. Dans le prolongement de travaux qui articulent les discours et représentations du médical à des enjeux littéraires – rhétoriques, stylistiques ou génériques (Abramovici, 2003 ; Brancher, 2012) – la journée d’étude entend donner toute sa place à la grossesse comme objet littéraire, quand elle est souvent traitée à la marge d’autres expériences, comme celle de la maternité (Saint-Martin, 1994), ou même celle, plus spécifique, de l’accouchement (Karath, 2013 ; Projet Birth[ing] Stories de Sorbonne Nouvelle). Ainsi, le corps «écrit» (Rueff [éd.], 2020), notamment «souffrant» (Danou, 1994 ; Marin, 2008) fait l’objet d’attentions, mais la perspective genrée du corps enceint manque encore à l’appel (Froideveaux-Metterie, 2023). Étroitement lié à cette expérience, l’événement que constitue l’interruption de la grossesse constitue, dans les études francophones, un champ ouvert. L’analyse des récits d’avortement est ainsi susceptible de recouper à certains égards les enjeux qui entourent les pratiques d’écriture participant de la médecine narrative (Charon, 2016 ; Lejeune, 2017) ou de l’autopathographie (Galichon, 2017 ; Thévenet, 2023), en relation avec le constat fait par Alexandre Gefen d’une littérature devenue aujourd’hui une forme de «médecine de l’âme» (Gefen, 2017). L’étude des imaginaires véhiculés par le discours médical sur l’arrêt de la grossesse, depuis le corpus hippocratique jusqu’à la période moderne de pré/post légalisation, peut bénéficier des outils forgés par les études de genre, comme l’agentivité (agency) ou le self-help/self knowledge (King, 1995). Elle peut également se saisir de la question du sujet et du point de vue situé (standpoint). La journée accueillera toute proposition issue des lettres classiques, de la littérature française ou comparée portant sur des textes médicaux, fictionnels ou autobiographiques, de l’Antiquité à nos jours. Sont particulièrement encouragées les propositions portant sur les textes médicaux anciens ou sur les écrits de médecins et/ou de professionnel•les de santé.Loin de constituer des sources transparentes sur la réalité des sociétés auxquelles ils appartiennent, ces textes peuvent être analysés autrement que sous un prisme historique, les imaginaires genrés qu’ils déploient dans la langue entrant en tension avec la transmission affichée d’un savoir, dont les modalités peuvent varier en fonction des destinataires – dans la lignée des écrits hippocratiques sur les femmes, dont les enjeux génériques ont été forgés à postériori (King, 2007; Hanson, 2019). Les axes suivants sont autant de pistes de réflexion: Littérarité des discours médicaux sur la grossesse Représentations et imaginaires de la grossesse Approches féministes des discours et des représentations médicales de la grossesse Modalités de participation Les propositions de communication, rédigées en français, devront inclure les nom, prénom, statut, institution de rattachement et courriel des communicant•es. Elles prendront la forme d’un résumé (250 mots) des enjeux abordés dans la communication, accompagné d’un titre et d’une bibliographie indicative. Elles seront transmises par courriel à l’adresse suivante marion.bonneau04@univ-paris8.fr. La date limite de soumission est fixée au 01 juillet 2024, la réponse sera donnée dans un délai de 15 jours maximum. Dans la limite du budget alloué, une aide financière au transport et à l’hébergement des participant•es pourra être apportée.
- Scadenza: 10 luglio 2024 L’équipe du laboratoire junior LGBTI a le plaisir de vous partager l’appel à communications pour son colloque sur les “Résistances LGBTI+” qui se déroulera les 5 et 6 décembre 2024 à l’Université de Toulouse Jean Jaurès. L’appel est dès à présent ouvert et nous clôturerons la réception des propositions le 10 juillet 2024. Nous attendons vos propositions à l’adresse suivante : labo.jr.lgbti@univ-tlse2.fr Nous souhaitons avant tout privilégier un dialogue interdisciplinaire et mettre à l’honneur la jeune recherche. Le colloque a été pensé à partir de trois axes principaux : Faire face aux violences Faire familles Penser les espaces de résistance Les propositions pourront être envoyées en français, en anglais ou en espagnol. La longueur attendue est d’environ 500 mots (hors bibliographie). Elles seront étudiées par le comité scientifique et les résultats seront communiqués fin septembre 2024. Cet appel à communications est ouvert à l’ensemble des jeunes chercheur·ses (masteurant·es, doctorant·es, post-doctorant·es). Pour les communicant·es retenu·es qui ne peuvent pas bénéficier de prise en charge par leur institution de rattachement, nous pourrons vous proposer un soutien financier (prise en charge des transports ainsi que d’une nuitée).
- Scadenza: 31 luglio 2024 This summer's UEEH will take place from August 9 to 19, 2024, at the Lycée Agricole Jean Monnet in Vic-en-Bigorre (65), France (the same venue as last year). The UEEH is a feminist, international and self-organized gathering by and for LGBTQIA+ people. An organizing group has been busy for months putting together this summer gathering around the theme "The margins against violence: passing on stories and tools", and we're looking forward to working with you to put on as many workshops, discussions, collective organization, film screenings and performances as possible. You'll find a description of this year's theme in the attachment, which we hope will give you some ideas for activities. We've also included a guide to organising a workshop that may inspire you, or if you prefer, we'd be delighted to hear from you at educpop@ueeh.net. What are the UEEH? Since 1979, the Euro-Mediterranean Summer Universities of Homosexualities are an event to share experiences, knowledge and tools to fight against discriminations that affect in particular people who are Queer, Trans, Intersex, Asexual, Non-Binary, GSD (Gender and Sexually Diverse People), Lesbian, Gay, Bisexual and Feminist. During the gatherings, participants propose and share a variety of workshops, screenings, performances, discussions, shows, and other surprises. As a large part of the project is devoted to the international community, thanks to the local coordinators who take part in the organisation from different countries, the gatherings are multilingual. A system of simultaneous interpretation and written translation is set up every year, thanks to the support of the [bla] collective (technical equipment and support for simultaneous interpretation at multilingual gatherings) and the help of many participants. How do we work? The UEEHs are run on a self-organised basis, i.e. each participant proposes and organises what they want, within the theme and beyond. The organising team can facilitate this self-organisation, give technical information, provide support for translation, specify the equipment and rooms available, but they leave it up to everyone to take responsibility for the development of their proposals. Participants are invited to come up with ideas for workshops, evenings, discussions, collective times, which they can write on the self-organisation boards hung in the common areas, which are also used to divide up the tasks of daily life. You don't need to list all details in advance, just check with the organising team that your plans are feasible. Any idea is very welcome as what happens during the event depends on what everyone organises!
- Scadenza: 31 luglio 2024 Colloque interdisciplinaire, du 20 au 21 mars 2025, au CNAM Paris Avec la «révolution numérique» (Cardon, 2019) amorcée dans les années 2000, la recherche en sociologie du travail s’efforce de rendre compte des effets induits par l’usage croissant des dispositifs numériques et des nouvelles technologies sur les structures de l’emploi, les organisations du travail, les conditions de travail, ainsi que sur son articulation avec la vie privée. Du côté de l’emploi, l’essor des plateformes numériques a fait émerger de nombreuses «zones grises de l’emploi» (Bernard & Abdelnour, 2018; Bureau et al., 2019; Azaïs et al., 2017) venant brouiller les frontières entre salariat et travail indépendant (Supiot 2000; Dupuy & Larré, 1998). Le développement des outils numériques de gestion et de communication est également venu transformer les modalités de contrôle et d’encadrement des travailleur·ses; et bouleverser – avec la progression du télétravail notamment (Schütz, 2021; Le Gagneur, 2023) – les frontières spatiales et temporelles du travail (Benedetto-Meyer & Boboc, 2021), amenant les travailleur·ses à repenser leurs modalités d’articulation des temps sociaux (Pizarro Erazo, Viera Giraldo & Landour, 2023). Ces éléments ont des répercussions sur le travail en lui-même, qui peut être amené à changer de nature, mais également sur les conditions de travail et la santé des travailleur·ses, qui peuvent se trouver améliorées (notamment par l’automatisation de certaines tâches dites «pénibles») mais aussi détériorées par l’intensification du travail. Ce colloque vise ainsi à faire le point sur les formes et les effets des transformations du travail, de l’emploi et des organisations à l’ère numérique. Comment le travail et l’emploi se transforment-ils, face à l’arrivée de nouveaux outils et modes de communication? Ces évolutions représentent-elles des gains, ou au contraire des pertes de droit, pour celles et ceux qui travaillent? Dans quelles mesure les évolutions numériques du travail et de l’emploi servent-elles les organisations? Comment ces mutations de l’univers professionnel viennent- elles modifier les organisations familiales et domestiques? Si le statut d’emploi influe sur le travail et ses conditions, comment cette équation se renouvelle-t-elle (ou non) face à l’accroissement des usages numériques? Et comment peut-on lire les usages, vécus et représentations sur ces transformations au prisme des rapports sociaux? Ce colloque se veut offrir un lieu de mise en discussion des interpénétrations multiples entre travail, emploi et numérique à travers une grille de lecture intersectionnelle. Nous encourageons pour cela les contributeur·ices à analyser la diversité des effets produits par le numérique en fonction des rapports de domination de classe, de genre, de race, d’âge ou de handicap qui traversent les organisations de travail et dans lesquels les individus sont pris. Ce colloque ambitionne également de favoriser le croisement entre différents regards disciplinaires, qui constituent une approche fructueuse pour mettre à l’épreuve la façon dont les usages des technologies numériques agissent sur le travail et l’emploi (Greenan et al., 2010 ; Bobiller Chaumon et al., 2022). Aussi, les communications de toutes les disciplines (sociologie, économique, gestion, psychologie, droit, histoire) sont les bienvenues et pourront s’inscrire dans un ou plusieurs des axes suivants: Axe 1 : Le numérique comme outil de rationalisation du travail Axe 2 : Les dispositifs numériques comme instruments de mise au travail Axe 3 : Les effets des technologies sur l’articulation des temps sociaux Axe 4 : Les travailleur·ses du numérique Axe 5 : Flexibilisation de l’emploi à l’heure du numérique Axe 6 : Conditions de travail et santé à l’épreuve du numérique Modalités pratiques du colloque Les personnes intéressées pour intervenir sont invitées à déposer une proposition de communication, de 3 500 à 4 000 signes (hors bibliographie) qui présentera le titre, l’objet, la problématique, la méthode utilisée et le ou les axes dans lesquels elles s’insèrent. Les propositions devront être déposées avant le 31 juillet 2024 sur la plateforme Sciencesconf en suivant la procédure suivante : Le dépôt de votre proposition nécessite au préalable la création d’un compte sur cette plateforme : https://portal.sciencesconf.org/user/createaccount Vous pourrez ensuite procéder au dépôt de votre proposition de communication en vous connectant au site du colloque : https://travnum2025.sciencesconf.org/, dans la rubrique Dépôts/Déposer un résumé et en recopiant votre texte rédigé dans le cadre prévu à cet effet. Pour tout renseignement, vous pouvez écrire à l’adresse suivante: travnum2025@sciencesconf.org Après notification d’acceptation (fin septembre 2024), les textes complets des communications retenues (30 000-35 000 signes tout compris) seront attendus pour le 1er février 2025. Ce colloque fera l’objet par la suite d’une valorisation sous forme d’un ouvrage collectif. Calendrier 31 juillet 2024 : Dépôt des propositions de communication (3 500 – 4 000 signes hors bibliographie) Fin septembre 2024 : Notification d’acceptation des communications 1er février 2025 : Réception des communications finales (30 000 – 35 000 signes tout compris) 20 et 21 mars 2025 : Colloque
- Scadenza: 01 settembre 2024 Pour leur foutre dans la gueule ce qu’on nous a fait dans le noir Revue féministe autonome Date limite d’envoi : 1er septembre 2024 Envoi par mail : nanmarcinan@gmail.com CONTEXTE Cette revue est un projet de longue date qui a été accéléré par le contexte Depardieu. Ces derniers mois, nous avons assisté à une grande confession publique consistant à avouer que le viol, les agressions sexuelles, la réduction du corps de l’autre à un objet pour soi sont autorisées. Les réactions critiques proposées depuis sont souvent d’une grande pauvreté. Nous pensons notamment à la contre-tribune proposée par Cerveaux non disponibles, destinée aux artistes, pour « montrer que le monde de la culture ne se résume pas » aux soutiens de Depardieu. Nous pensons au contraire que l’affaire Depardieu, loin d’être un « scandale », est le miroir fidèle de notre monde, y compris celui de la culture, celui dans lequel nous vivons tous et toutes quotidiennement. C’est bien ça le problème. LIGNE THÉORIQUE & POLITIQUE Car le viol structure le monde social, à la fois dans sa permanence et sa banalité (on s’est toustes fait·e·s violer) et dans son invisibilité (pourtant on n’en dit pas un mot, ou pas en dehors du cadre très particulier de la confidence). Le viol vise majoritairement certains corps, notamment celui des enfants, propriété de la famille, celui des femmes cis-trans, propriété de la société toute entière ; des personnes TPG, racisées, précaires, de celles privées de droits, des personnes handicapées, atteintes de troubles psychiques, des personnes dépendantes... Le viol fait partie intégrante de nos destins sociaux. Face à la visibilité écrasante et à l’accord massif entourant la figure de l’agresseur, nous entendons rendre visible l’agression elle-même, et donner à voir le viol, en pleine lumière, saturé des couleurs, des mots, des images qui sont les nôtres. La revue offre un exutoire, un espace de catharsis pour nous libérer, nous défaire de ces expériences. Ici, le négatif, la perte, la dépossession, la néantisation, la menace de mort existent tels qu’on les a vécus, point. Nous n’avons ni à rougir de ce qu’on nous a fait, ni à le cacher, et encore moins à protéger celles et ceux qui nous entourent de la violence qu’on a vécue. Faisons déborder leurs yeux de nos corps tétanisés, des couteaux sous notre gorge, des flics qui nous envoient balader, du sentiment d’être supprimé.e.s sans que ce soit grave pour personne, des parents qui ne nous défendent pas, des douleurs dans le ventre, des cicatrices, de l’amnésie, des cauchemars, des douleurs partout, des viols d’après les viols et de la solitude totale, de la double peine quand on l’ouvre enfin et qu’on se mange une baffe. On l’a vécu, on le montre, point. COMMENT PENSER LE VIOL ? caractérisation liminaire Pour qualifier le viol au plus proche de ce qu’il est comme réalité vécue, nous proposons une mise en suspens des définitions communément reçues et l’ouverture de nouveaux espaces de sens et de représentations. La définition générale de laquelle nous proposons de partir - et que nous invitons chaque contributeur et contributrice à interroger, critiquer, remanier - n’est pas juridique, mais existentielle : violer quelqu’un c’est utiliser son corps contre/indépendamment de son propre consentement. Le viol n’est pas, pour la personne qui le subit, une expérience d’abord sexuelle, même douloureuse, même contrainte, il est d’une toute autre nature : c’est une pure expérience de négativité, une expérience de mort, de néantisation de soi dans le plus intime. Tout d’un coup, on n’est plus son corps, on n’est plus à soi, on n’a plus de droit sur soi, et « soi » même n’existe plus. C’est une contradiction vécue qui est intenable et qui dure bien après l’acte du viol. Il s’agit d’une bifurcation existentielle radicale qui nous est imposée structurellement par la société normale, celle « qui va bien », par la gentille famille hétérosexuelle, par les gens propres, par le monde quotidien dans son ensemble, car toute la normalité du monde contribue au viol. Cela invite également à repenser sous un autre angle ces expériences de pertes de soi qui sont classiquement ramenées à la folie ou la psychose et à les intégrer comme objets centraux de la théorie féministe et queer. Les expériences de dissociation, clivage, déréalisation, éclatement et fragmentation du soi etc. doivent être arrachées à la psychologisation, à la médicalisation, à la psychiatrisation, bref, aux langages et pratiques acritiques et destructrices qui s’emparent de nous. Parce qu’interner quelqu’un.e que les violences ont enfermé dans la perte de soi, c’est le.la violer une seconde fois CONTRIBUTIONS ACCEPTEES Textes (indicatif : 10/15 pages) Nous laissons chacun.e libre de choisir le genre et le type de discours qui lui convient le mieux. A titre d’exemple, nous acceptons : fiction, poésie, témoignages critiques, travail sur les archives (documents juridiques ou marqueurs de mémoire personnels) tous types de travaux de recherche en sciences humaines et en philosophie, phénoménologie du viol et du monde post- traumatique, révisions critiques de théories participant de l’invisibilisation et de la normalisation du viol, critique sociale, théorie du genre et de son abolition, antipsychiatrie, réflexion sur la sexualisation et l’appropriation spécifique des corps racisés, réflexion sur le viol en institution psychiatrique, sur le rapport acritique de la psychanalyse contemporaine au viol, sur les actualisations critiques, féministes et queer, de la psychanalyse etc. Images (indicatif : 10 propositions) Aucune contrainte formelle. A titre d’exemple, nous acceptons : peinture, dessin, bd, illustration, collage, détournement, photographie, image générée par IA, etc. NB : les images peuvent être explicites ou non. Productions audiovisuelles (indicatif : 5 propositions) Nous acceptions les créations visuelle ou audio de tous types, film documentaire / de fiction, podcast, musique originale, détournement, mais également : entretiens filmés formels ou informels, etc. Les fichiers seront rendus disponibles par un QR code imprimé dans la revue. Si la revue est mise en ligne, ils seront disponibles directement sur le site web. * un.e seul.e contributeurice peut proposer un dossier incluant plusieurs médias * les contributions collectives sont encouragées * Nous acceptons les contributions en anglais Pour toute question merci d’écrire à cette adresse : nanmarcinan@gmail.com